Ampliare la percezione della natura
La percezione della natura si fonda sulle conoscenze della botanica e dell'ecologia e si avvale di strumenti creativi e artistici per ampliare la percezione, “leggere il libro della Natura” (Goethe).
Lo scienziato ordinario separa, seziona le parti dell’ente osservato e così gliene sfugge la vita; Goethe invece tentava di afferrare l’elemento che invisibilmente lo vivifica.
Egli concepiva l’universo intero come un essere vivente.
Lo scienziato ordinario separa, seziona le parti dell’ente osservato e così gliene sfugge la vita; Goethe invece tentava di afferrare l’elemento che invisibilmente lo vivifica.
Egli concepiva l’universo intero come un essere vivente.
Le piante, e più in generale l’intero mondo vegetale, offrono innumerevoli approcci conoscitivi. La grande varietà di forme e di colori fornisce al semplice osservatore una vasta gamma di bellezze naturali e allo studioso diversi spunti di ricerca.
Molti degli studi scientifici di Goethe furono dedicati alla botanica. Il filosofo aveva l’abitudine di raccogliere campioni di piante ovunque andasse. Una volta, durante un viaggio in Italia, s’imbatté in un esemplare di farfara, pianta che conosceva molto bene: aveva dedicato vari giorni allo studio di questa pianta nella Germania settentrionale e centrale e nelle regioni alpine.
Il metodo unico di studio seguito da Goethe era semplicemente quello di sedersi a osservare la pianta e usare l’immaginazione attiva per incamerare ciò che gli veniva comunicato dagli occhi e dalla mente.
Tale approccio – reso fruibile in contesti più ampi – offre nuove possibilità di apprendimento.
Un esempio è una teoria che prevede vari livelli di percezione e cambiamento, usando l’immagine di una “U” per distinguere diversi tipi di percezione della realtà e, di conseguenza, diversi tipi di azione. ("Presence Esplorare il cambiamento profondo nelle persone, nelle organizzazioni e nella società" Peter Senge, C. Otto Scharmer, Joseph Jaworski, Betty Sue Flowers)
La capacità di vedere con occhi nuovi inizia dal distacco dagli abituali modi di pensare e percepire.
Questo tipo di abbandono implica «una sospensione, cioè una sorta di auto-rimozione dal nostro abituale flusso di pensiero.
«non i sensi ingannano, bensì il giudizio» e che «i nostri sensi, in quanto siano sani, esprimono le relazioni esterne nel modo più veritiero»
potrebbe far nascere l'equivoco di un Goethe sensista ed empirista, se si estrapolano tali affermazioni dal suo pensiero globale. Proprio l'occhio, che tra tutti i sensi era il preferito, ci permette di chiarire questo punto. Goethe rilevò più volte che c'è una notevole «differenza tra vedere e vedere, che gli occhi della mente e gli occhi del corpo devono operare in un'incessante e vivente connessione, perché altrimenti si corre il rischio di vedere e tuttavia non trattenere ciò che si vede»
Così la percezione fisico-sensoriale riveste il valore di stimolo, sia pure importantissimo, per un tipo superiore di percezione.
(Tratto da Goethe: un'idea della Natura di Giovanni Monastra)
Riconoscere i sistemi
Riconoscere i sistemi implica due aspetti fondamentali: vedere le strutture di interdipendenza e vedere nel futuro. L’abilità di vedere le interdipendenze può venire sviluppata tramite l’utilizzo di strumenti quali i diagrammi di sistema, ma anche tramite racconti, immagini e canzoni.
L’abilità di vedere nel futuro parte invece dalla capacità di interpretare i segni che abbiamo oggi a disposizione, ma che, in mancanza di una prospettiva sistemica, non riusciamo a riconoscere.
Il riconoscimento di interdipendenze mai considerate in precedenza conduce a una particolare forma di consapevolezza, relativa al «sapere ciò che sapevamo ma che non sapevamo di sapere».
Riconoscere il sistema globale del cambiamento climatico
la necessità iniziale è quella di espandere i confini della nostra consapevolezza personale al di là del gestire semplicemente la nostra posizione.
Il presidente della bP John browne fu il primo a prendere le distanze dagli altri Ceo quando, nel 1997, parlò dei pericoli dei cambiamenti climatici in uno storico discorso alla Stanford University.5 e tuttavia,
per molti cittadini del mondo il cambiamento del clima rimane ancora una questione lontana, seppur preoccupante
Questi punti di vista nettamente contraddittori rappresentano una tragica
testimonianza della nostra incapacità di applicare persino il più rudimentale
pensiero sistemico nel considerare la situazione attuale in modo
da poter immaginare le implicazioni che essa avrà in futuro
Non è dato di sapere quale sia la reazione del sistema climatico globale
all’enorme e continuo aumento della concentrazione di Co2. Cosa
ancora più importante, non è dato di sapere cosa decideremo di fare, in
quanto abitanti di questo pianeta, per ridurre le emissioni. Come recita
un’antica massima cinese, «Se noi continuiamo ad andare nella stessa direzione,
è molto probabile che giungeremo proprio dove stiamo andando
», dove «noi» sono, in questo caso, i nostri figli e i nostri nipoti. Nonostante
tutte le incertezze, si può affermare con sicurezza che noi non
abbiamo ancora assistito agli effetti del cambiamento climatico, che saranno
invece vissuti dalle generazioni a venire, a meno che non impariamo
a vedere il sistema che stiamo creando per poi cambiare direzione
Vivere come se il sistema fossimo noi
Il mondo interconnesso nel quale viviamo ci sta mettendo di fronte ad
una prova: far riemergere la capacità di comunicare e vivere insieme
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